- Il calo della natalità: un destino inevitabile o un'opportunità per reinventarsi?
- Cosa sta succedendo?
- Invecchiamento: una trappola o un vantaggio?
- Perché le famiglie sono più piccole?
- E ora che?
Segui Patricia Alegsa su Pinterest!
Il calo della natalità: un destino inevitabile o un'opportunità per reinventarsi?
Nel 1950, la vita era come un episodio dei "Flintstones": tutto era più semplice e le famiglie erano numerose. Le donne avevano in media cinque figli. Oggi, quel numero supera di poco i due.
Cosa è successo? Ci siamo stancati dei pannolini o semplicemente siamo più occupati a guardare serie in streaming?
La verità è che questo cambiamento non è solo una curiosità statistica; si profila come il cambiamento demografico più profondo del XXI secolo.
Cosa sta succedendo?
L'Istituto di Metriche e Valutazioni della Salute dell'Università di Washington, nel suo studio pubblicato su The Lancet, suggerisce che quasi tutti i paesi affronteranno una diminuzione della loro popolazione entro la fine del secolo.
Il Giappone, ad esempio, potrebbe vedere la sua popolazione ridotta a metà entro il 2100. Immaginate una partita di baseball a Tokyo con più robot che persone!
Invecchiamento: una trappola o un vantaggio?
La conta è chiara: meno nascite e più nonni. Entro la fine del secolo, gli over 80 potrebbero eguagliare le nascite. Siamo pronti per un mondo con meno bambini? La risposta non è così semplice.
Mentre alcuni vedono solo problemi, altri, come Rafael Rofman del CIPPEC, credono che ci siano opportunità: se investiamo in educazione e competenze, potremmo diventare paesi più sviluppati.
Ma se continuiamo così, potremmo finire come il Titanic, senza scialuppe di salvataggio.
Perché le famiglie sono più piccole?
Le donne oggi scelgono di studiare e lavorare prima di formare una famiglia. L'urbanizzazione gioca anche il suo ruolo: meno spazio, meno figli. Karen Guzzo dell'Università della Carolina del Nord menziona che la globalizzazione e i cambiamenti lavorativi hanno alterato il percorso verso l'età adulta, spingendo i giovani a trasferirsi nelle città, studiare di più e, nel frattempo, a ritardare la genitorialità.
Sarah Hayford, dell'Università Statale dell'Ohio, ci ricorda che le grandi cadute nella natalità sono iniziate intorno al 2008, nel pieno della Grande Recessione. Sembra che le priorità individuali non siano cambiate tanto quanto le condizioni economiche che le circondano.
Chi vuole avere figli quando non riesci nemmeno a trovare un caffè decente senza fare la fila?
E ora che?
Il declino della natalità sembra irreversibile. Politiche nataliste hanno tentato di cambiare questa tendenza, ma con risultati modesti. Ma non è tutto perduto. Rofman suggerisce che, invece di tentare di invertire l'inevitabile, dobbiamo adattarci a questo nuovo contesto e concentrarci sul migliorare la qualità della vita delle generazioni future.
Tuttavia, l'impatto si farà sentire: meno lavoratori, più nonni che necessitano di cure, e un'economia che dovrà reinventarsi. L'intelligenza artificiale e l'automazione possono togliere posti di lavoro, ma campi come l'assistenza agli anziani continueranno ad avere bisogno di mani umane. Siamo pronti per un mondo dove prendersi cura dei nostri anziani sia più critico che mai?
La chiave sta nell'innovazione e nella solidarietà. Dobbiamo ripensare a come finanziare le pensioni e le necessità sanitarie in un mondo con meno bambini. Non è solo una questione di numeri; è una questione di futuro.
Siamo pronti ad affrontarlo? O continueremo a vedere come il mondo cambia dal divano? Solo il tempo lo dirà.
Iscriviti all'oroscopo settimanale gratuito
Acquario
Ariete Bilancia Cancro Capricorno Gemelli Leone Pesci Sagittario Scorpione Toro Vergine